Cos’è il counseling?
Il counseling psicologico è un intervento rivolto alla promozione del benessere della persona, solitamente breve e con obiettivi focalizzati, diretto a coloro che necessitano di svolgere un percorso mirato ad un particolare problema o ad uno specifico momento di crisi.
“L’obiettivo principale è vivere in modo pieno e soddisfacente. Il counseling può essere mirato alla definizione e soluzione di problemi specifici, alla presa di decisioni, ad affrontare i momenti di crisi, a confrontarsi con i propri sentimenti ed i propri conflitti interiori o a migliorare le proprie relazioni con gli altri. Il ruolo dello psicologo counselor è quello di facilitare il lavoro dell’utente in modo da rispettarne i valori, le risorse personali e la capacità di autodeterminazione” (British Association for Counselling).
Il counseling è una relazione di aiuto di tipo professionale, quindi basata su specifiche competenze del counselor in virtù di una formazione specifica su particolari temi. Tale relazione rappresenta un mezzo che porta il cliente alla scoperta di nuove risorse personali o nuovi modi di fronteggiare una situazione di crisi. Il focus dell’intervento è sulla salute e non sulla patologia, pertanto il cliente del counselor è generalmente una persona che non soffre di un disturbo psicologico. Oppure, nell’ottica che le cose stiano in questo modo, il counselor avrà un ruolo prettamente orientativo volto a favorire la scelta delle migliori opportunità offerte per risolvere il suo disturbo. Per quanto si tratti di una relazione, occorre sottolinearne il carattere “professionale”, tenendo presente che il counseling segue determinate regole e princìpi che seguono delle precise norme deontologiche ed etiche volte a garantire la protezione e la tutela del cliente e di tre aspetti fondamentali: la privacy, la volontà di procedere per il bene del cliente, la libertà di espressione di sè stessi e delle proprie idee (religiose, sessuali, morali, ecc.) senza essere giudicati. La relazione in oggetto si configura come un processo dinamico e in continuo divenire, che si snoda lungo una serie di incontri candenzati e comunque con una scadenza a breve termine. Il focus del lavoro è la persona e il suo vissuto rispetto al problema attuale. Gli elementi del passato vengono generalmente trascurati a favore di quelli più recenti e prossimi all’origine del malessere.
Le finalità generali
Le finalità generali del counseling consistono nell’ aiutare la persona ad aiutarsi favorendo un processo di consapevolezza di sé e degli elementi del problema, promuovendo al contempo la scoperta delle proprie risorse personali in modo da sfruttarle al meglio per affrontare l’attuale momento di crisi. Il cambiamento auspicato è sia esterno che interno, teso a soluzioni concrete e a migliorare il funzionamento globale e la qualità della vita.

Complessivamente quindi le finalità possono essere riassunte come segue:
- favorire una migliore comprensione della situazione;
- favorire la consapevolezza sui propri schemi di pensiero, le proprie risorse personali e i propri bisogni;
- favorire l’esplorazione delle motivazioni a differenti scelte;
- potenziare le risorse della persona;
- identificare possibilità di cambiamento nella situazione attuale;
- identificare e mettere in atto possibili soluzioni alternative;
- mettere la persona nella condizione di saper prendere decisioni e affrontare le scelte o i cambiamenti della vita;
- aiutare il cliente a gestire i propri problemi utilizzando le proprie risorse personali in modo di migliorare il suo benessere.
Il percorso di counseling
I percorsi che possono essere seguiti per fare counseling sono molteplici, in quanto negli anni molti autori hanno proposto modelli differenti. Inoltre esistono diverse forme di counseling approcciabli attraverso vari orientamenti e scuole di pensiero. Il counseling può quindi essere svolto in una molteplicità di contesti differenti dove le priorità e gli obiettivi possono essere molto specifici e non generalizzabili ad altri ambiti. In linea di massima, comunque, il percorso di counseling segue diverse fasi ed inizia con una prima fase esplorativa di approfondimento del problema. Durante questa fase lo psicologo aiuta e facilita la persona nell’esprimere le proprie difficoltà, favorendo la comunicazione e aiutandola a far emergere le proprie emozioni. In questa fase solitamente si instaura un primo contatto che è di fondamentale importanza per creare un rapporto fiduciario tra le parti. Una volta circostanziato il problema e identificate le risorse interiori della persona, si passa ad una fase successiva in cui è previsto che la stessa acquisisca nuove elementi relativamente a sé stessa ed alla situazione problematica. Contemporaneamente vengono definiti obiettivi precisi e concreti, da raggiungere seguendo specifiche strategie. Le modalità adottate dallo psicologo variano, come è ragionevole attenderesi, in base al modello teorico di riferimento. Modelli differenti presuppongono infatti una diversa concezione della persona e dei meccanismi di funzionamento, con ovvie conseguenze su ciò che occorre fare per risolvere la problematica. In linea di massima gli approcci si collocano lungo un continuum che va da un grado minimo di strutturazione e ruolo attivo del paziente, ad un polo in cui la strutturazione dell’intervento diviene maggiore e il ruolo del counselor si fa sempre più centrale. Nei primi il passaggio da una fase all’altra è in larga parte determinato dai progressi che compie il paziente e dalle nuove acquisizioni, mentre il counselor si limita a facilitare e assecondare questo percorso di crescita. Il lavoro in questo caso è essenzialmente introspettivo, conoscitivo e scevro di azioni concrete. All’opposto si collocano invece approcci rigidamente strutturati, sequenziali, con fasi di addestramento e tempistiche predeterminate. Si tratta, in quest’ultimo caso, di approcci orientati alla ricerca di soluzioni concrete e all’acquisizione non solo di consapevolezza, ma anche di nozioni e tecniche util per fronteggiare i problemi. Questi due esempi rappresentano tuttavia le formule estreme di un panorama molto ampio di modi di procedere. Nella maggior parte dei casi, infatti, sarà utile adottare un modello più bilanciato, che integri gli elementi presenti in entrambi questi esempi e che rappresenti la via di mezzo più funzionale al cliente.
I diversi tipi di counseling
Come anticipato, il counseling può essere svolto all’interno di una molteplicità di contesti e in riferimento a problemi che toccano le tematiche più diverse. Tenere a mente questa eterogeneità è importante in quanto le modalità con cui il counseling viene condotto mutano al variare delle caratteristiche della situazione-problema, adattandosi di volta in volta alle esigenze del cliente. Senza avere la pretesa di esaurire tutte le possbili forme di counseling, e quindi a titolo puramente esemplificaico, possiamo distingere le seguenti forme di counseling:
- Counseling psicologico individuale, di coppia, di gruppo
- Counseling di orientamento
- Counseling familiare
- Counseling scolastico
- Counseling sanitario
- Counseling sessuologico
- Counseling aziendale
Counseling significa ottenere consigli?
Sebbene la parola counsel significhi consiglio, il fatto di dare consigli è generalmente considerato un atteggiamento scorretto da parte del counselor in quanto non rispetta quelle che sono le reali finalità dell’intervento. La risoluzione dei problemi resta responsabilità della persona e lo psicologo non interviene prospettando un programma da seguire per risolvere il problema. Piuttosto egli verrà in aiuto alla persona mettendo a disposizione sé stesso e i propri mezzi, mettendo la persona nella condizione di trovare da sola la strada più vantaggiosa per risolvere il proprio disagio. Un modo per fare questo è la condivisione delle informazioni in suo possesso. Fornire informazioni non significa suggerire un’azione, ma ampliare il bagaglio di conoscenze della persona, aiutandola ad osservare il problema sotto diversi punti di vista cogliendo elementi utili alla costruzione di alternative decisionali. In questo modo il cliente viene messo nella condizione di esplorare nuovi orizzonti e compiere scelte nuove e consapevoli.
A cosa mi serve il counseling quando ho degli amici che possono aiutarmi e darmi consigli?
L’autonomia decisionale e l’assunzione di responsabilità rispetto alle proprie scelte sono elementi centrali per un buon funzionamento nella vita quotidiana. Dispensare consigli è un atteggiamento contrario a questo scopo in quanto l’autonomia del cliente viene disincentivata e le responsabilità delle azioni finiscono per gravare sul consulente. Al contrario, il fornire informazioni rappresenta un atteggiamento più funzionale, in quanto amplia gli elementi a disposizione stimolando la persona a trovare soluzioni nuove e creative facendole assumere un ruolo attivo e permette un confronto e uno scambio a due vie, quindi bidirezionale. In questo senso il counseling offre l’oppotunità di avere un riscontro differente da quello che è possibile avere da un amico. Come già è stato detto si tratta di una relazione professionale che, in quanto tale, rispetta i principi della condivisione, del sano coinvolgimento e dello scambio reciproco, ma tutto ciò all’interno di una cornice improntata alla serietà professionale, alla franchezza e alla tutela dell’individualità del singolo.
Quale tipo di counseling è più adatto a me?
Il primo passo per ottenere dei risultati è sapersi indirizzare verso un professionista che possa offrire la forma di counseling più appropriata al vostro problema. Come è stato anticipato, le forme di counseling sono molto numerose e i servizi non sempre riescono a garantire un copertutra totale. Per esempio, potreste ritenere di aver bisogno di un counseling di tipo sessuologico oppure un counseling di orientamento. Esistono inoltre forme di counseling che non avvengono individualmente, bensì in gruppo o in coppia: si pensi ad esempio ad una coppia di partner che stanno affrontando un momento di crisi, oppure a due genitori che richiedono consulenza per questioni relative alle proprie funzioni genitoriali o per fronteggiare problemi legati ai figli. Scegliete con cura il professionista e informatevi sul suo orientamento. In internet potrete trovare molte informazioni che possono aiutarvi a capire se il loro metodo di lavoro è in linea con il vostro modo di essere. Nel fare questo assicuratevi di trarre le informazioni da siti affidabili. Gli psicologi, come i medici, sono spesso specializzati o settorializzati in aree e sottoaree specifiche della loro disciplina. Pertanto, pur avendo spesso competenze trasversali, ricaverete maggiori benefici se saprete scegliere una figura quanto più esperta e competente sull’area riguardante il vostro problema.
Tanto valeva andare da uno psicoterapeuta…
Se vi è capitato di pensare questo, sappiate che counseling e psicoterapia non sono per niente la stessa cosa. Diversamente dalla psicoterapia, il counseling non si propone di curare l’individuo, ma di aiutarlo nel suo cammino di crescita affrontando le sfide che le tappe del ciclo di vita possono presentare. Lo scopo del counseling può quindi essere inteso più come esistenziale o preventivo, che non terapeutico. Per questa ragione si parla di cliente e non di paziente. I problemi affrontati non riguardano pertanto le problematiche legate o derivanti dalla psicopatologia, ma le difficoltà connesse al superamento dei compiti evolutivi del cliente, cioè i compiti che ciascun individuo o famiglia si trova a sostenere nelle varie fasi del proprio sviluppo e del ciclo di vita.
Non ho tempo per queste cose, posso farcela senza l’aiuto degli altri, prima o poi le cose si risolveranno.
Se il tempo a disposizione per voi rappresenta un problema, dovete sapere che il counseling è estremamente flessibile in termini di orari e richiede un impegno minimo di tempo. Può risolversi in un unico incontro, in un periodo intensivo e cricoscritto di tempo (es. un fine settimana), oppure in una serie di incontri con cadenza settimanale che non superano generalmente le 10 unità. Il tutto dipende ovviamente dalle caratteristiche del cliente e dal problema presentato. Un intervento di counseling che dura troppo tempo rischia di trasformarsi in qualcosa di diverso e perdere di vista le sue finalità. Talvolta, se necessario, ciò che inizia come richiesta di una relazione di aiuto può evolvere in una psicoterapia. In questo caso tuttavia cambiano le regole del setting e viene stipulato un contratto differente tra terapeuta e, in questo caso, paziente.
Il mio counselor è troppo giovane, non può capire il mio problema.
Attenzione a non incorrere in questi errori. Gli psicologi si affidano più alla scienza che all’esperienza personale, mettendo le proprie conoscenze a disposizione della persona, dei suoi scopi e della sua salute. Il counselor non è un ricettario di metodi o un manuale di istruzioni da consultare in caso di emergenza. È piuttosto il compagno di un percorso che sa ascoltare, che può aiutare ad ampliare il proprio punto di vista sul problema e a scorgere possibili soluzioni altrimenti non considerate. Non è uno strumento da usare per ottenere qualcosa, ma uno strumento di conoscenza di sé stessi.
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