Che cos’è il disturbo ossessivo-compulsivo?
Il disturbo ossessivo-compulsivo è un disturbo caratterizzato dalla presenza di ossessioni, compulsioni o entrambi. Le ossessioni sono pensieri, impulsi o immagini ripetitive ed intrusive che provocano ansia e disagio nel soggetto che cerca, invano, di allontanarle. Tutti noi possiamo aver avuto, di tanto in tanto, dei pensieri con queste caratteristiche; magari siamo usciti di casa per andare in vacanza e all’improvviso pensiamo “ho spento il ferro da stiro?” allora ci rispondiamo “dovrei averlo fatto… ma non ne sono sicura ero di fretta e non ci ho fatto caso. Ho preso la spina e l’ho tolta dalla presa? Non me lo ricordo. La luce rossa d’accensione era ancora illuminata quando sono uscita dalla porta? No, era spenta. Lo era? Non posso lasciarlo accesso tutta la giornata la casa rischia di andare a fuoco. Questo è ridicolo!” Alla fine o ci giriamo e torniamo a controllare oppure ci convinciamo di averlo spento. Questo è un esempio di cosa possa succedere nella testa di ognuno di noi quando ci preoccupiamo di qualcosa. Il DOC, però, è una condizione molto più seria, nella testa di una persona che soffre di DOC questo tipo di pensiero è esagerato, altamente disturbante e persistente.
Le compulsioni sono dei comportamenti ripetitivi e non produttivi spesso messi in atto in modo ritualistico – possono anche essere operazioni mentali – che il soggetto si sente costretto a mettere in atto per ridurre l’ansia o a prevenire eventi temuti.
Nella maggior parte dei casi i pazienti che soffrono di DOC hanno sia ossessioni che compulsioni. Questo crea un circolo vizioso: le ossessioni producono ansia e portano all’utilizzo di compulsioni per gestire l’ansia, le compulsioni diminuendo l’ansia nel breve termine diventano una strategia a cui la persona continua a fare affidamento, così che iniziano a presentarsi sempre con maggiore frequenza; il peggioramento delle compulsioni, però, aumenta a sua volta l’ansia e le ossessioni e così via ricorsivamente.
Immagina che il tuo cervello rimanga come bloccato su un pensiero o un’immagine e che questa venga continuamente ripetuta dalla vostra mente ancora, ancora e ancora.
Non vuoi questi pensieri, sembrano come una valanga.
Assieme a questi pensieri inizi a provare ansia.
L’ansia è il sistema di allerta del nostro cervello. Quando ti senti ansioso significa che c’è qualcosa che sei in pericolo. L’ansia è un’emozione che ti dice di reagire, di fare qualcosa, di proteggerti, FA QUALCOSA.
D’altra parte potresti riconoscere che la paura in questione non sia sensata, ma anche se non sembra ragionevole è tangibile, la senti come reale, intensa e vera.
Perché il tuo cervello dovrebbe mentirti? Perché dovresti provare delle emozioni se non fossero vere?
Le emozioni non mentono. Sfortunatamente, se soffri di DOC, mentono. Se soffri di DOC, il sistema di allerta del tuo cervello non sta funzionando correttamente. Il tuo cervello ti sta dicendo che sei in pericolo quando in realtà non lo sei.
Quando dei neuroscienziati hanno paragonato delle scansioni di cervelli di gruppi di persone col DOC con quelle di gruppi di persone che non avevano il DOC hanno appurato che vi sono alcune aree del cervello che funzionano in maniera diversa. Coloro che soffrono di tale disturbo stanno cercando disperatamente di disfarsi di quest’ansia infinita e paralizzante.
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Un esempio di rituale da ‘Basta che funzioni’ di Woody Allen
I disturbi dello spettro ossessivo-compulsivo includono:
- Disturbo ossessivo-compulsivo (DOC)
- Disturbo di dismorfismo corporeo
- Disturbo da accumulo
- Tricotillomania (disturbo da strappamento di peli)
- Disturbo da escoriazione (stuzzicamento della pelle)
- Disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi correlati con altra specificazione (es. gelosia patologica, riferimento olfattivo)
Come posso sapere se soffro di disturbo ossessivo-compulsivo?
Solo un professionista formato sull’argomento può diagnosticare il disturbo ossessivo-compulsivo.
Guarderà tre cose:
- Se soffri di ossessioni;
- Se hai dei comportamenti compulsivi;
- Se questi provocano disagio, richiedono molto tempo e intralciano altre attività della vita quotidiana.
Ossessioni:
- Pensieri, immagini o impulsi che si presentano di continuo e sono al di fuori del controllo della persona;
- La persona non le vuole;
- Li trova disturbanti e generalmente sa (ma non sempre, in particolare nei bambini) che non sono sensati;
- Sono accompagnate da sensazioni negative come disgusto, paura, dubbio oppure dalla sensazione che le cose debbano essere fatte in un modo che è ‘il modo giusto’;
- Prendono molto tempo e ostacolano attività importanti per la persona (ad es. socializzare, lavorare, andare a scuola, etc.).
Che cosa non sono le ossessioni…
- È normale avere dei pensieri occasionali riguardo al potersi ammalare o sulla sicurezza dei propri cari.
Compulsioni:
- Comportamenti ripetitivi o pensieri che una persona mette in atto per neutralizzare, contrastare o fare andare via le proprie ossessioni;
- Le persone che soffrono di disturbo ossessivo-compulsivo capiscono che questa è una soluzione temporanea ma in mancanza di alternative fanno affidamento alle compulsioni;
- Possono includere l’evitamento di situazioni che possono facilitare la comparsa delle loro ossessioni;
- Prendono molto tempo e ostacolano attività importanti per la persona (ad es. socializzare, lavorare, andare a scuola, etc.).
Che cosa non sono le compulsioni..
- Non tutti i comportamenti ripetitivi e ritualistici sono compulsioni. Ad esempio, le normali routine appena alzati la mattina, le pratiche religiose o imparare una nuova abilità ripetendo un’attività molteplici volte al giorno;
- Il valore del comportamento dipende dal contesto: sistemare e ordinare DVD per otto ore al giorno non è una compulsione se la persona lavora in un videonoleggio.
Alcuni delle ossessioni più comuni includono:
Contaminazione:
- Fluidi corporei (es. urina, feci)
- Batteri/malattie (es. herpes, AIDS)
- Contaminazioni ambientali (es. amianto, radiazioni)
- Prodotti chimici (es. solventi, candeggina)
- Sporco
Perdita di controllo:
- Paura di agire un impulso di ferire sé stessi.
- Paura di agire un impulso di ferire qualcun altro.
- Paura d’immagini violente o raccapriccianti nella propria mente.
- Paura di urlare insulti o parole volgari.
- Paura di rubare qualcosa.
Perfezionismo:
- Preoccupazione sull’uniformità o esattezza.
- Preoccupazione sulla necessità di sapere o ricordare.
- Paura di perdere o dimenticare importanti informazioni.
- Incapacità di decidere se tenere o buttare delle cose.
- Paura di perdere delle cose.
Responsabilità:
- Paura di recare danno gli altri perché non si è prestata sufficiente attenzione (es. lasciar cadere qualcosa per terra su cui qualcuno potrebbe scivolare e ferirsi).
- Paura di essere responsabile per l’avvenimento di qualcosa di terribile (es. incendio, furto).
Pensieri sessuali indesiderati:
- Pensieri o immagini sessuali perverse o proibite.
- Pensieri o immagini sessuali perverse o proibite nei confronti di altre persone.
- Pensiero di essere omosessuale.
- Ossessioni su bambini o incesti.
- Ossessioni su comportamenti sessuali aggressivi verso gli altri.
Ossessioni religiose:
- Preoccupazione di offendere Dio o di possibile blasfemia.
- Eccessive preoccupazioni di tipo morale o su ciò che è giusto o sbagliato.
Altre ossessioni:
- Preoccupazione di ammalarsi (non per contaminazione, es. cancro).
- Idee superstiziose su numeri fortunati/sfortunati o colori.
Alcune delle compulsioni più comuni includono:
Pulizia:
- Lavarsi le mani un eccessivo numero di volte o in modo particolare.
- Eccessivo tempo impiegato per fare la doccia o per altre routine quotidiane al bagno.
- Pulire degli oggetti o la casa eccessivamente.
- Adottare delle misure per prevenire, o eliminare, il contatto con ciò che è contaminato.
Controllo:
- Controllare che non si è ferito/si ferirà qualcuno.
- Controllare che non si è ferito/si ferirà sé stessi.
- Controllare che non sia successo qualcosa di terribile.
- Controllare che non si sia commesso un errore.
- Controllare l’aspetto di parti del proprio corpo.
- Controllare la propria salute.
Ripetizione:
- Rileggere o riscrivere.
- Ripetere attività di routine (es. passare attraverso le porte, alzarsi e sedersi su una sedia).
- Ripetere movimenti (es. toccare, dare colpetti, battere gli occhi).
- Ripetere attività in “multipli” (es. fare una cosa tre volte perché tre è un numero ‘buono’, ‘giusto’, o ‘sicuro’).
Compulsioni mentali:
- Controllo mentale di eventi per prevenire conseguenze negative (a sé, agli altri).
- Pregare per prevenire conseguenze negative (a sé, agli altri).
- Contare finché si svolge un compito per finire in corrispondenza di un numero ‘buono’, ‘giusto’, o ‘sicuro’.
- ‘Cancellare’ o ‘neutralizzare’ (es. sostituire una parola ‘buona’ a una ‘cattiva’ per neutralizzarla).
Altre compulsioni:
- Collezionare oggetti fino a riempire la casa (chiamato anche disposofobia o accumulo).
- Mettere in ordine o sistemarle fino a che sembri ‘giusto’.
- Raccontare, chiedere o confessarsi al fine di ottenere rassicurazioni.
- Evitare situazioni che possono scatenare ossessioni.
Domande frequenti
Quanto è comune il disturbo ossessivo-compulsivo?
Le stime più verosimili sono di poco più di una persona ogni cento (1,1-1,8%).
A che età inizia?
Il disturbo ossessivo-compulsivo può esordire a qualsiasi età, da bambini di età prescolare agli adulti. L’età media di esordio è di 19,5 anni ma nel 25% dei casi l’esordio avviene prima dei 14 anni. Negli uomini il DOC tende ad esordire prima.
Il disturbo ossessivo-compulsivo è ereditario?
La ricerca mostra che il disturbo ossessivo-compulsivo tende essere maggiormente presente nelle famiglie di chi ne soffre. Nonostante i geni abbiano una parte nello sviluppo del DOC è una relazione probabilistica, di vulnerabilità e non assoluta; non esiste il ‘gene del DOC’. Dagli sui gemelli studi di genetica quantitativa attualmente si pensa il ruolo dei geni sia maggiore quando il DOC esordisce in età infantile (45-65%) rispetto a quando esordisce in età adulta (27-47%).
Che ruolo ha il cervello?
La ricerca suggerisce che ildisturbo ossessivo-compulsivo implichi dei problemi di comunicazione tra la parte frontale della corteccia e le strutture cerebrali più profonde. Queste strutture utilizzano un messaggero chimico detto serotonina. Gli studi di neuroimaging mostrano, inoltre, che i circuiti neurali coinvolti nel disturbo ossessivo-compulsivo acquisiscono un funzionamento normale con la terapia cognitiva e comportamentale o con l’uso di farmaci che hanno azione sulla serotonina.
Quali sono gli ostacoli più comuni ad un trattamento effettivo del disturbo ossessivo-compulsivo?
Alcuni studi mostrano che ci possono volere in media dai 14 ai 17 anni prima che le persone che soffrono di DOC ricevano la giusta diagnosi.
- Alcune persone decidono di nascondere i propri sintomi, spesso per imbarazzo o paura di uno stigma sociale. Molte persone che soffrono di DOC non cercano aiuto quando insorge il problema.
- Fino a poco tempo fa c’era poca consapevolezza dell’esistenza del DOC, la maggior parte delle persone sapeva che i sintomi del DOC sono indicativi di un disturbo comune a molti e che può essere trattato.
- La mancanza di adeguata formazione sull’argomento di molti professionisti d’igiene mentale ha portato spesso a diagnosi erronee. Molti pazienti che soffrono di DOC passano anni a vedere diversi professionisti e a seguire trattamenti inefficaci prima di ricevere la corretta diagnosi.
- Difficoltà a trovare terapeuti che sappiano trattare efficacemente il DOC.
- Non potersi permettere le cure adeguate.
Quanto è efficace il trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo?
I trattamenti basati sull’evidenza (evidence based therapies) per il DOC sono la terapia cognitivo-comportamentale (basata sull’esposizione con prevenzione della risposta – Exposure and Response Prevention Therapy) e la terapia farmacologica.
Gli studi mostrano che in media il 70% dei pazienti migliora grazie ad un intervento cognitivo-comportamentale e/o farmacologico. I pazienti che rispondono al trattamento farmacologico mostrano un decremento medio dei sintomi compreso tra il 40 e il 60% mentre quelli che vengono trattati con la psicoterapia cognitivo-comportamentale riportano un decremento medio dei sintomi compreso tra il 60 e l’80%.
Purtroppo i dati indicano che il 25% dei pazienti si rifiutano di sottoporsi ad un protocollo di terapia cognitivo-comportamentale mentre circa la metà dei pazienti in cura con trattamenti farmacologici interrompe l’assunzione di farmaci a causa degli effetti collaterali
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