Che cos’è l’ipocondria?
Capita a tutti di avvertire qualcosa di strano nel proprio corpo e avere il timore di essere malato, ma quando questo atteggiamento diventa ossessivo, esagerato e causa disagio nel vivere la vita di tutti i giorni è probabile che si tratti di ipocondria. Il termine Ipocondria deriva dal greco “ὑποχόνδρια” e indica un disturbo psicologico caratterizzato dalla tendenza a sovrastimare la pericolosità di ogni sintomo corporeo (o presunto tale) e ritenerlo presagio di una patologia. Chi soffre di questo disturbo è detto ipocondriaco. Al giorno d’oggi si parla, in realtà, di ansia per la salute ma il termine ipocondria è rimasto quello più noto.
Come posso capire se sono ipocondriaco?
Generalmente gli individui ipocondriaci tendono a focalizzarsi sul proprio corpo e a interpretare in maniera distorta ogni “variazione dallo stato di normalità”. Proprio a causa di ciò effettuano spesso numerose visite e controlli specialistici che, nonostante l’esito negativo, non contribuiscono ad alleviare l’ansia e la paura di essere malati se non per breve tempo. Possono anche adottare il comportamento disadattivo inverso, ovvero evitare categoricamente le visite mediche e gli ospedali. Tendono inoltre a informarsi in maniera puntigliosa sulla malattia che ritengono di avere, cercando solamente informazioni a sostegno delle loro credenze. Il disturbo deve prolungarsi per almeno sei mesi ed essere accompagnato da disagio, paura di morire e non deve essere causato da altri disturbi specifici (es. deliri).
Quali sono le cause dell’ipocondria?
Questo disturbo è generalmente presente assieme ad altri disturbi d’ansia o depressivi e a volte può essere scatenato da eventi spiacevoli pregressi risalenti spesso all’infanzia o all’adolescenza, legati alla propria salute o a quella di persone care. Nella storia di chi soffre d’ipocondria a volte si può trovare un problema di salute che si sarebbe potuto evitare con una migliore prevenzione. Un altro importante fattore da prendere in considerazione è l’influenza dei media: una descrizione imprecisa di una malattia o campagne d’informazione eccessivamente pressanti possono contribuire al manifestarsi o all’aggravarsi della patologia. Non sempre ci sono fattori scatenanti chiari e definiti.
Qual è il trattamento per l’ipocondria?
La letteratura scientifica internazionale ha dimostrato che la terapia cognitiva e comportamentale è efficace nel trattamento dell’ipocondria: gli interventi sono mirati a modificare i pensieri disfunzionali riguardanti i sintomi e le sensazioni percepite, la paura della morte e l’ansia. A ciò può essere aggiunto un intervento psicoeducativo, utile nel fornire informazioni riguardanti il proprio corpo e le proprie sensazioni.
La terapia farmacologica è indicata solo in aggiunta alla terapia psicologica o solo in casi in cui questa sia associata con altre patologie (es. depressione).
Domande frequenti
Quanto è comune la patologia?
Preoccuparsi per la propria salute non è una cosa rara e circa il 10-20% delle persone presenta almeno una volta nella vita preoccupazioni esagerate riguardo la propria salute. Per quando riguarda l’ipocondria vera e propria, le stime parlano di una percentuale che si attesta tra lo 0,8 e l’8.5%.
I sintomi non sono reali?
Dipende: spesso i sintomi sono presenti, ma i soggetti ipocondriaci ne sovrastimano la pericolosità. Quindi il problema non sta nella presenza o assenza del sintomo, ma nel modo in cui viene interpretato. Il nostro corpo è rumoroso: se passiamo tempo ad ascoltarlo è normale che sia qualche sintomo su cui focalizzare l’attenzione il problema è il significato che gli viene attribuito. Ritenere di avere un tumore a causa di un singolo episodio di emicrania è un’interpretazione catastrofica di un normale inconveniente.
In che età sorge la patologia?
Può sorgere in qualsiasi età, ma la fascia maggiormente colpita è quella che va dai 20 ai 30 anni.